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Un luogo comune (ma errato) sulle catacombe
di Nicola De Guglielmo
L'archeologia, i fori ed i templi dell'Impero romano sono anche troppo raccontati: danno ancora nell'occhio sulle guide turistiche, e anche gli stranieri ne capiscono qualcosa.
Invece, con la visita turistico-sentimentale nelle catacombe - perché mossa più da un sentimentalismo da romanzo che da ricerca di vera cultura - non è che siano ben capite le radici cristiane di Roma. Proviamo ora a liberarci dei luoghi comuni:
“Niente di più falso della diffusa opinione di un cristianesimo delle catacombe, quasi che i cristiani avessero condotto una specie di esistenza sotterranea, simili a fiere braccate o a malfattori fuggiaschi”.
Lo afferma uno dei più illustri e recenti storici della Chiesa, Ludwig Hertling, per lunghi anni docente di Storia ecclesiastica alla famosa Università Gregoriana.
I cristiani - nei primi tre secoli della loro esistenza, che sono anche i tre secoli delle persecuzioni, fino all'editto di Costantino dell'anno 313 - vivevano come gli altri Romani.
E, come tutti gli altri Romani, anche alla Messa quasi mai andavano nelle catacombe: avevano luoghi di adunanza, chiamate in greco “ecclesie” (il greco era lingua più popolare del latino, a Roma, in quei tre secoli); pregavano nelle case private e, poi, in vere e proprie chiese.
I cristiani, fin da quando vennero a Roma Pietro e Paolo, avevano le loro professioni come ogni cittadino: molti di essi, in catacomba, ci andarono solo in posizione orizzontale, cioè da defunti. Perché le catacombe sono sempre state soltanto dei cimiteri. O, meglio, dei “dormitori”: dormitori per persone che, anche se cessavano di muoversi o respirare, credevano fermamente nella resurrezione dei morti e nella vita eterna. Venivano quindi allineati sotto terra in attesa del ritorno di Cristo e della vita. Anche la parola “cimitero” viene dal greco e significa all'incirca “dormitorio”; più esattamente luogo dove si riposa.
Quello che è importante, però, al di là delle emozioni catacombali, è vedere le catacombe come documento: sono infatti il più interressante ed ampio, colorito documento di quel che pensava e di come aveva impostato la sua vita questo gruppo sempre crescente di uomini nuovi che avevano messo in crisi le idee tradizionali dell'Impero.
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