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Un commovente ricordo dell'ultima guerra nella nostra catacomba
di Emilio Venditti
Non soltanto memorie millenarie si conservano nella nostra Catacomba di Generosa, ma anche testimonianze di storia recente. Ne vogliamo ricordare una, che riteniamo di notevole e toccante significato.
Ai primi di giugno del 1944 le truppe alleate che provenivano da Gaeta e Terracina, dopo i lunghi e tragici combattimenti sul fronte di Cassino, si ricongiunsero con quelle che erano sbarcate sul litorale di Anzio-Nettuno, una testa di ponte conquistata, dopo una tempesta di fuoco che aveva provocato gravissime perdite umane, sia tra i tedeschi, sia tra le truppe alleate e la popolazione civile. In rapida avanzata, il mattino del 4 giugno il Generale Clark, alla testa del contingente alleato entrava in Roma tra la popolazione in delirio che, riversatasi tra le strade esultava per la liberazione. Ci si aspettava una resistenza ad oltranza delle truppe tedesche a difesa della città, ma grazie all'autorevole intervento del Papa Pio XII, Roma dichiarata "Città aperta" fu risparmiata da ulteriori prove e sofferenze. Si trattò in quel giorno della fine di un incubo e l'inizio di un periodo di speranza e di rinascita.
La Magliana, allora lontana periferia della città, quasi totalmente disabitata rispetto ad oggi, visse con grande apprensione quelle storiche e tormentate giornate. Con gli americani, tra le truppe di liberazione, giunsero anche molti soldati francesi appartenenti al "Régiment Chasseurs Parachutistes" che si accamparono in questa zona. Nel Castello della Magliana trovarono alloggio il comando con gli approvvigionamenti e le cucine, mentre il grosso del contingente militare trovò dimore di fortuna in numerosi casali ed abitazioni della vecchia Magliana, di Monte delle Piche e alla Borgata del Trullo che non aveva ancora assunto questo nome in quell'epoca, dove c'erano alcuni stabili delle case popolari incompiuti. La loro sosta si protrasse fino ai primi di settembre del '44.
Durante quasi tutta l'estate, con i tedeschi in ritirata e la linea del fronte che si allontanava sempre più da Roma verso il nord, per i giovani paracadutisti francesi rimasti fino ad allora sempre nelle retrovie, questo fu un periodo di tutta tranquillità, quasi una vacanza romana. Tanto più che al Trullo, in particolare, la maggioranza degli abitanti composta da famiglie di italiani rimpatriati dall'estero ed in massima parte dalla Francia e dalle sue colonie del Nord Africa, si parlava correntemente francese ed in alcune case anche in arabo, essere ben accolti e fraternizzare con loro fu pertanto facile. Questi soldati si ritrovarono in un ambiente ben disposto ed amichevole quasi come nel loro paese.
Ma per quei giovani il tempo delle "vacanze romane" finì presto. Il 4 settembre dovettero partire per rientrare in Francia, dove per la maggior parte di essi era in agguato un tragico destino. Aerotrasportati, atterrarono presso Valence nel dipartimento del Drôme, per essere impiegati in quella tremenda e drammatica fase finale della liberazione della Francia dagli occupanti tedeschi.
Oggi al Trullo e alla Magliana Vecchia ad oltre 60 anni da quesgli infausti giorni, c'è ancora chi ricorda quei ragazzi e le loro "ferie romane". Qua e là in alcune famiglie si conserva una sbiadita fotografia con dei volti sorridenti e sul retro qualche nome e una dedica in francese. Ma forse il più significativo e toccante ricordo del passaggio in questa nostra periferia romana di quei sventurati soldati, si conserva all'interno delle CATACOMBE di GENEROSA alla Magliana. Qui infatti è rimasta a testimonianza una commovente invocazione scritta a matita con semplici caratteri in stampatello su una tegola che racchiude uno dei molti loculi, dove da tanti secoli, accanto al sepolcro dei Martiri Portuensi riposano i resti mortali dei primi cristiani. In questo antico cimitero, luogo sacro per eccellenza, due militari del contingente francese hanno lasciato traccia di una loro visita, scrivendo all'interno di due piccoli riquadri, due brevi frasi.
"J'ai visité cette Catacombe le 17 juillet 1944
Sergent Chef Parachutiste Courrier Gabriel"
"A.M.D.G. - Paul Teissyer - 17.7.MCMXLIV
S.S. Protégez ma mère"
Paul, era un giovane certamente colto. Con le quattro lettere iniziali, ha voluto premettere al suo conciso messaggio, la dedica che molte grandi basiliche e cattedrali riportano scolpita sui loro frontali: "Ad Majorem Dei Gloriam", (Alla maggior gloria di Dio), mentre quella data redatta con caratteri romani, è certamente indice di riminiscenze classiche. Ciò che più colpisce però, è la toccante invocazione rivolta ai SANTI MARTIRI di questo cimitero: "Santi, proteggete mia madre". Quella mamma lontana, che questo giovane prima di partire per la guerra avrà certamente baciato ed abbracciato con le lacrime agli occhi. Ed a chiusura del breve testo in basso sul lato sinistro una A ed una M sovrapposte, forse una "Ave Maria" con accanto un fiore stilizzato.
Commovente implorazione, quasi un piccolo testamento spirituale, una preghiera inconsapevole dell'imminente dramma che avrebbe colpito lui e la sua compagnia: una autentica ecatombe. Di 1500 paracadutisti, dopo gli ultimi drammatici scontri con le truppe tedesche, ne tornarono vivi alle loro case, poco più di trecento, molti dei quali feriti, mutilati o malati. Sono trascorsi tanti anni da quella estate del 1944, ed una piccola rappresentanza della Magliana e del Trullo che ha vissuto quell'epoca e che ricorda quei tragici giorni ha voluto essere presente a Troyes in Francia, nella regione dello Champagne, alle celebrazioni dell'anniversario di quegli eventi ed al ricordo della presenza dei soldati francesi a Roma. I pochi anziani ex paracadutisti superstiti, incontrando i lontani amici di Roma di oltre 60 anni fa, hanno rinverdito con commozione tanti ricordi.
Michel Dutour, gravemente ferito pochi giorni dopo la partenza da Roma e amputato di una gamba, parlando con molto humor del suo soggiorno alla Magliana, ringraziava a nome di tutti per le gentilezze ricevute, e riaffermava il "bon souvenir gravé dans nos têtes", per concludere in allegria, con il calice colmo: "que le Champagne coule!".
Raymond Rabier, ha ricordato che nella chiesa della Parrocchietta, insieme al commilitone Robert Ducré, ha voluto essere battezzato prima di partire da Roma. Roland Monnet conserva gelosamente una foto con due gemelline di una famiglia che lo aveva spesso ospitato. René Thomas ha espresso il forte desiderio di tornare a rivedere la Magliana prima di morire. Paul Stebel ..... Jean Baptiste Giannesini ....... Cavaillolés ..... Brovilé ...... Natu ..... Sanchez ..... ognuno con la sua piccola grande storia vissuta in questa periferia romana. In tutti un solo univoco, grande ...
Jamais plus la guerre ! - Mai più !
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