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Breve storia della città di Fulda
di Nicola De Guglielmo
Un itinerario storico nella città di Fulda, gemellata con la Magliana, attraverso i suoi luoghi simbolo: il sepolcro dell'evangelizzatore Bonifazio, il Duomo dalla facciata barocca, la chiesa di San Michele, il Municipio, il Seminario, il Castello di città, i giardini, le mura e le porte. E, poco fuori, il monastero di Sant' Andrea.
San Bonifazio
Il nome di Fulda è intimamente legato a quello di Bonifazio (673-755), infaticabile missionario inglese che ha avuto il merito di aver reso possibile, con l’evangelizzazione dei popoli germanici d’oltre Reno, l’organizzazione politica e sociale europea, portata a compimento poco dopo con Carlomagno.
Winfrid, nome con il quale era stato battezzato, era nato a Crediton nel Devon e. prenderà il nome del martire Bonifazio nel 719 quando il papa Gregorio II gli affiderà ufficialmente la missione fra le popolazioni germaniche. A cinque anni entrò nel monastero benedettino di Exter. Fu poi ordinato sacerdote a Winchester e, seguendo l’esempio di monaci inglesi ed irlandesi, si recò nel continente spinto dal desiderio di portare il Vangelo alle popolazioni pagane dell’Europa centrale. Le circostanze non furono favorevoli alla sua prima missione a causa delle guerre e dell’odio dei pagani. Due anni dopo vi ritornò, munito questa volta dell’approvazione e del mandato del Papa, che gli affidò una lettera di raccomandazione indirizzata al potente Re dei Franchi, Carlo Martello.
Bonifazio lavorò per un paio di anni al fianco di una altro celebre missionario, Willibrordo, visitando la Baviera, la Turingia e la Frisia e battezzando migliaia di pagani. Papa Gregorio II apprezzò l’opera del dinamico missionario e lo convocò a Roma nominandolo nel 722 vescovo di tutta la Germania transrenania. Dal 724 al 731 Bonifazio si dedicò alla evangelizzazione della Sassonia, le cui popolazioni erano interamente pagane. In queste sue missioni ebbe sempre la cooperazione di missionari inglesi ed irlandesi che egli lasciava poi a continuare l’opera nelle varie missioni. I sacerdoti si adattavano a fare un po’ di tutto, maestri di scuola, carpentieri, infermieri; alcuni furono posti a capo dei monasteri fondati dal santo vescovo divenuto arcivescovo metropolita di Magonza, dopo che il nuovo papa – Gregorio III – gli inviò da Roma il pallio con l’autorità di ordinare vescovi nei territori evangelizzati.
Nel 753 partì per la sua ultima missione in Frisia: Scese con alcune imbarcazioni lungo il Reno e si recò a Dokkum (nel nord dell’Olanda) dove lo aspettavano numerosi fedeli per ricevere la Cresima nel giorno di Pentecoste. Durante la celebrazione del 5 giugno, un gruppo di frisoni armati di spada irruppe nell’accampamento. Bonifazio si fece scudo con l’evangelario ma il colpo di spada taglio in due il libro e colpì al capo, uccidendolo, l’infaticabile anziano vescovo.Il suo corpo fu trasportato e sepolto nel monastero da lui prediletto, ove amava trascorrere i suoi rari momenti di riposo: quello di Fulda ove attualmente riposa in un artistico sepolcro barocco, rappresentando ora lo scopo di numerosi pellegrinaggi presso la sua tomba e dal 1867 la conferenza episcopale di vescovi tedeschi si tiene a Fulda che a ben ragione è divenuta il centro ed il cuore della Germania cattolica.
Fulda
Il 12 marzo del 744 è la data ufficiale della fondazione della città ed è il giorno in cui Sturmio, discepolo di S. Bonifazio, al ritorno del suo soggiorno presso l’abbazia di Monte Cassino, ove si era recato per apprendere la S. Regola, e dopo aver ricevuto a Roma dal papa Zaccaria reliquie di martiri romani, fonda, in prossimità del fiume Fulda, un monastero Benedettino.Come di consueto accanto al monastero benedettino si sviluppò un borgo formato da conversi e contadini che prestavano la loro opera per conto del monastero negli importanti lavori che i monaci svolgevano nella zona.
Ben presto il complesso divenne uno dei maggiori centri religiosi e culturali della Germania medioevale grazie al suo celebre “Scriptorium” che produsse tra i primi documenti scritti in antico tedesco (sec.VIII).
Nel 969 gli abati di Fulda ebbero il titolo di Primati dei Conventi Benedettini di tutta la Germania e Gallia, nel 1020 l’imperatore Enrico II ed il Papa Benedetto VIII visitarono insieme Fulda, nel 1114 ebbe il titolo di città e nel 1157 l’imperatore Federico Barbarossa vi tenne una Dieta. Nel 1220 l’imperatore Federico II elevò gli abati al rango di principi imperiali e nel 1237 arrivarono i frati francescani.
Momenti poco felici per la città si ebbero durante la Riforma e la guerra dei Trent’anni e la rivolta dei contadini nel 1525 portò alla devastazione del monastero e della città.
La città tornò a prosperare nel periodo d’oro del barocco (1700) sotto la guida dei principi-abati, divenuti nel frattempo principi-vescovi che ostentarono lo sfarzo del barocco, quando artisti famosi tedeschi ed italiani furono chiamati a realizzare le loro opere nella città. In questo periodo la città fu anche famosa per la manifattura di porcellana, attiva solo per 25 anni, che non aveva nulla da invidiare a quella delle città più note. Con la secolarizzazione nel 1802 Fulda passò dapprima al granducato di Oranien-Nassau, poi al Kurhessen ed infine, nel 1866, alla Prussia, conservando vivissima la tradizione cattolica.
Nel 1945 fu occupata dagli americani (che vi restarono fino a qualche anno fa) e nel 1946 arrivarono i primi profughi dalla Germania Est il cui confine era a soli 15 Km. dalla città. Nel novembre del 1980 il Papa Giovanni Paolo II visitò Fulda e all’evento erano presenti anche i cittadini della Magliana, nel loro primo viaggio organizzato alla città.
Oggi la città di Fulda sposa armoniosamente l’antico con il moderno: le sue antiche origini medioevali e la sua trasformazione nelle epoche successive che le hanno dato l’aggettivo di “Città barocca” si fonde con la vita pulsante di una città moderna famosa anche per le sue industrie che godono di fama mondiale. Industrie che vanno dai pneumatici alle candele, ma anche prodotti tessili, produzioni di macchinari e l’industria meccanica fine.
Duomo
Tra il 791 e l’819 l’abate Ratgar costruisce la primitiva basilica dedicandola al Salvatore e che sarà la più grande mai costruita all’epoca al nord delle Alpi, con una presenza di oltre 400 monaci nel monastero annesso. Successivamente la basilica sarà anche ricordata col nome del suo fondatore, ovvero basilica Ratgariana.
Il 4 settembre del 1700 il principe abbate di Fulda, Adalberto von Schleiffras conclude un contratto con l’architetto di Bamberga Giovanni Dientzenhofer per la ricostruzione della antica basilica carolingia fattasi ormai fatiscente, mantenendo però parte delle murature antiche che divennero parte integrante della nuova struttura. Lo stesso abate partecipò al progetto nel cercare di conservare quanto più era possibile della antica costruzione. La pianta della rinnovata cattedrale risentì delle conseguenze benefiche di un viaggio che l’architetto aveva appena concluso a Roma ed è pertanto chiaramente ispirata a quella della basilica di S.Pietro.
La facciata, di chiaro impianto barocco, mostra il piccolo spazio che intercorre tra i due campanili, in rapporto alla grandiosità della facciata e ciò e dovuto al fatto che si è voluto mantenere all’interno la struttura delle due vecchie torri, ma come l’ingegnosità dell’architetto ha fatto di necessità, virtù? Realizzò il progetto con la costruzione delle due cappelle laterali iscrivendo così la facciata in un immaginario triangolo equilatero. L’aggiunta delle due cappelle ha così conferito alla facciata un aspetto piacevole ed allo stesso tempo inusuale.
Le torri, quadrate nella parte inferiore, si alleggeriscono nella parte superiore divenendo ottagonali e terminano con cupole ad elmetto con due lanterne.Nella parte inferiore delle torri sono collocate le statue di S. Bonifazio e di S. Sturmio mentre sulla facciata, nella parte centrale vediamo quelle dei santi patroni di Fulda, i martiri portuensi Simplicio e Faustino.
L’interno sottolinea la sua origine romanica che si evidenzia osservando la grandiosità della cupola e lo spazio ordinato delle navate.
Le sculture all’interno e la maggior parte delle statue sono state eseguite dall’Artari e dal Neudcker il Vecchio: Gli affreschi degli evangelisti nella cupola sono del Colomba così come i medaglioni dei Profeti nel transetto. Sotto la cupola, al centro del pavimento vi è una pietra medioevale rotonda con 4 mani che indicano la direzione del cerchio: chiamata la “Pietra del Giuramento. In questo luogo i vassalli di Fulda giuravano fedeltà ai loro principi abati.
San Michele
Ricerche archeologiche hanno accertato che nell’area dell’attuale Duomo e della chiesa di S. Michele vi era un insediamento Celtico ai tempi dell’impero Romano e in epoca merovingia un castello fortificato con una chiesa nell’area dell’attuale piazza antistante la cattedrale che andarono distrutte intorno all’anno 700.
Nel 744 S. Sturmio, per volere di S. Bonifazio, fondò il monastero di Fulda ed iniziò la costruzione della chiesa del convento nel luogo dell’attuale cattedrale mentre per il cimitero dei monaci fu scelta una collina a nord del monastero: Michaelsberg. Successivamente il monastero si ampliò ed i monaci superarono le 400 unità. Anche la chiesa si ingrandì con il secondo abate e completata, sul modello dell’antico S. Pietro, con il terzo – Ratgar- e consacrata dal 4° abate, Egilio nell’819.
Sotto il governo dell’abate Egilio si iniziò la costruzione di una cappella cimiteriale nel camposanto dei monaci e si suppone che si prese a modello la chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme. La chiesa fu consacrata nell’822 e dedicata a S.Michele Arcangelo e ad altri Santi. Rabano Mauro, eletto abate nello stesso anno, scrisse dei versi in metrica per i suoi tre altari. Probabilmente subì danni durante l’invasione degli Unni nel 915, ad eccezione della cripta. Nel 1092 si aggiunse un quarto altare dedicato a Cristo Signore a quelli esistenti della Madre di Dio, di S. Michele Arcangelo e dei Santi Angeli . Inoltre, con la costruzione di un’ abside e di una navata, la rotonda si innalzò e si allargò e con l’annessione di una torre la costruzione assunse una pianta cruciforme.
Nel corso della sua lunga vita subì numerose trasformazioni secondo gli stili delle varie epoche, dal gotico al barocco (ad opera dello stesso architetto della cattedrale) e nel 1711 il cimitero dei monaci fu chiuso. Tra gli anni 1935/38 fu riportata alle forme originali e fortunatamente i considerevoli danni riportati durante la guerra sono stati prontamente riparati. La sua origine di Chiesa Cimiteriale è stata rinnovata quando un monumento eretto dalla città di Fulda a commemorazione delle vittime della 2^ guerra mondiale e della dittatura nazista è stato posto ai piedi del campanile nel 1962.
Il monaco Bruno Candido (845) nella sua “Vita di S. Egilio” ci da una allegorica interpetrazione della costruzione: la rotonda è un’allegoria della Chiesa in Terra ed in Cielo ed i credenti sono le pietre; il pilastro centrale nella cripta, che sorregge tutta la costruzione, simboleggia Cristo, fondatore della Chiesa e che è guida verso la perfezione; gli otto pilastri ricordano le otto Beatitudini come via per la vita eterna;
il campanile-torre ha un significato apotropaico (dal greco apotropaios=che distorna) inteso come difesa contro i demoni; l’abside è rivolto ad est perché da li è venuto Cristo, Luce Eterna.
La Cripta è senz’altro una dei luoghi sacri più antichi della Germania e contiene la tomba di Egilio e probabilmente quella del monaco Amnicardo (1046), entrambi venerati come santi. Intorno ala cripta una galleria divisa da bassi archi. Queste camere probabilmente erano usate o come ossario o come celle di reclusione per i monaci in punizione. Delle nove celle originarie solo quattro sono aperte. Alla sinistra dell’altare una piccola pietra commemorativa (938) reca questa iscrizione “Il diacono e monaco Meginbraht morì il nono giorno delle idi di gennaio”.
Il Castello
La prima residenza dei principi abati era un castello costruito da Enrico V von Weilnau sul finire del 1312 e distrutto durante la rivolta dei cittadini del 1331, così che Enrico V von Hoenberg dovette ricostruirlo. Nel primo decennio del 1600 Giovanni Federico von Schwlbach lo fece abbattere per ricostruirlo nelle nuovo stile rinascimentale ed il castello si tramutò in “palazzo”, per poi assumere le attuali forme un secolo dopo.
Attualmente ospita una preziosa raccolta di dipinti, una esposizione di preziose porcellane di Fulda e le sfarzose sale dell’epoca dei principi, restaurate e riportate all’antico splendore. come “la sala dei Principi”, oggi sala del consiglio comunale; la “sala di Dalberg” una volta sala da pranzo dei principi-abati ed infine la “sala degli specchi” elegantissimo e prezioso ambiente barocco. Il “Castello di Città” oggi è un museo e nello stesso tempo Municipio. Quello che venne distrutto durante la guerra o perso nel tempo è stato ricomposto e completato scrupolosamente riportando ogni dettaglio allo stato originale. Perfino le tappezzerie di seta di Lione sono state ritessute secondo l’antico disegno.
I giardini di palazzo e l’orangerie
I giardini del palazzo furono sistemati secondo l’architettura barocca ed ornato da numerose statue, ma successivamente furono trasformati in “giardino all’inglese”. Nel giardino è il palazzo dell’”Orangerie” è uno dei migliori e più bei esempi del barocco tedesco. L’architetto Massimiliano von Welsch da Magonza ha ideato l’Orangerie portando per la prima volta a Fulda il “tetto a mansarda”. Sono occorsi venti anni per la costruzione eseguita sotto la direzione di Andrea Galassini.
Il grande salone ha il piatto soffitto affrescato alla maniera del gesuita Andrea del Pozzo e raffigura il carro di Apollo in un cielo antico e popolato da dei. Questo è il salotto di Fulda e qui si svolgono Congressi, si ascoltano concerti.
Di fronte al palazzo e in direzione dei giardini del castello, è posta la famosa “Flora” di Humbach, ornamento del vecchio “giardino dei fiori dei principi” con fontane e boschetti che il Principe D’Orange trasformo in “parco all’inglese”. Il Vaso di Flora rappresenta la Dea che, tra lussureggianti festoni di frutta (simbolo di ricchezza e opulenza), si eleva come la personificazione di tutta la serena gloria che una volta la circondava.. Il braccio verso l’alto sostiene un giglio d’oro, l’emblema del principe abate Adolf von Dalberg. E’ considerato come uno dei capolavori di scultura del barocco in Germania.
Porta San Paolo (Paulustor)
Presso l’Orangerie è la massiccia Porta S. Paolo eretta nel 1711 su un disegno di Giovanni Dientzenhofer. Originariamente era posta tra il Palazzo ed il Posto di Guardia del Castello. Alla sommità dei due pilastri sono poste le statue dei Santi Protettori di Fulda,: Simplicio e Faustino e, nella parte superiore, al di sopra delle armi del principe, la statua di S. Paolo.
Domdechanei
A sinistra della facciata del Duomo abbiamo uno degli angoli più belli del barocco della città: è il complesso del Domdechanei, la sede dei Decani del Duomo. L’edificio, costruito tra il 1702/4 dal decano del convento benedettino ha una facciata con pilastri tuscanici con nobili proporzioni ed è preceduto da un grazioso giardino. Ora è stato restaurato ripristinando i colori originali, come è stato fatto per il Duomo, ed ospita anche il Museo Diocesano.
Il Seminario
E’il più grande edificio barocco in Fulda, eretto al tempo del principe abate Gioacchino von Gravenegg (1644/71). Il portale è datato 1668.Costruzione estremamente grande, sulle dimensioni del monastero benedettino, non può essere ammirata da ogni luogo. Con le sue tre larghe ali che si aggiungono alla cattedrale, formano la grande corte del chiostro.
Statpfarrkircke
Per secoli questo è stato il luogo dove era per secoli era la parrocchia della città.
Sappiamo che una chiesa andò distrutta nel grande incendio del 1103 e
certamente esisteva già la chiesa nel 1019 quando Fulda ebbe l’autorizzazione per il mercato. Nel 1150/65 fu eretta in forme romaniche e nel periodo tra il 1447/66 un edificio gotico più grande dell’attuale chiesa. e nelle sue torri possiamo facilmente identificare le sue finestre con arco gotico..
La chiesa attuale è stata eretta tra il 1770/81 dai cittadini di Fulda sotto Enrico von Bibra e disegnata dal gesuita Giovanni Anderjoch.
Il vecchio Municipio
Dopo i restauri del 1970 l’edificio ha assunto un cospicuo tratto caratteristico della città. Nel corso dei secoli la casa ha subito una quantità di alterazioni e solo da poco, dopo un attento studio delle antiche vedute della città e delle piante, è stato restaurato nelle sue forme originali della fine del 1500.
Sant’Andrea
Prima monastero, poi chiesa prepositale (più importante delle altre) è ora la parrocchia del quartiere di Neunenberg.
La costruzione fu eretta tra il 1020/23 dall’abate Riccardo seguendo molto da vicino il modello della basilica di Ratgar, con pianta a forma di T. Transetto, abside e la sottostante cripta non hanno subito trasformazioni nel corso dei secoli. Ad ovest fu aggiunta una torre Romanica con le finestre della cella campanaria nella forma romanica tipica della regione di Fulda. Si accede alla torre mediante un portale gotico ed al primo piano nel 1480 si installò una cappella dedicata a S. Giorgio a cui si accede con una scala a spirale dalla chiesa.Una immagine di S. Andrea sopra il portale della torre e le armi del Prevosto Benedetto von Rindstorff del 1647 sul lato sud della navata ricordano i lavori di restauro effettuati nella metà del 1600.
Nel 1766 fu decorata secondo lo stile barocco imperante all’epoca e sulla torre fu posta la tipica copertura barocca ad “elmo”. Queste decorazioni barocche furono rimosse negli anni 50 del secolo scorso e ulteriori restauri furono eseguiti negli anni 80 e nell’occasione fu riscoperta la tomba del fondatore, abate Riccardo.
Resti di un chiostro gotico sono stati conservati nel lato nord della chiesa. L’interno quasi sicuramente tutto affrescato, presenta oggi solo una piccola parte degli affreschi: nello spazio sotto l’organo c’è un’immagine del Vespro; sulle mura parti di lapidi e lastre, ricordi dei vari secoli di vita della chiesa. Sull’arco trionfale le armi di Fechenbach e sopra l’occhio di Dio. La predella dell’altare maggiore è decorata in stile rinascimentale e del primo barocco, porta la data del 1647 e fu donato dal prevosto Mattia Benedetto Rindtorff che vi ha lasciato il suo stemma.
Sul fronte dell’altare presenta il martirio dell’Apostolo Andrea, pitturato dal pittore di corte di Fulda Hans Klemp, a destra e a sinistra i due fratelli martiri romani Giovanni e Paolo rappresentati come cavalieri (in effetti erano due ex ufficiali romani). Una piccola pittura riporta ancora due martiri romani, Proto r Hazinth. Il tabernacolo smaltato è un’opera moderna della suora benedettina Lioba Munz del convento di Fulda.
La cripta è una vasta sala con quattro pilastri con basi attiche e capitelli cubiformi illuminata da tre strette finestre. E’ particolarmente interessante da visitare perle sue pitture ben conservate e restaurate recentemente. Il loro stato di conservazione e la freschezza dei colori sono eccezionali essendo state realizzate tra il 1023/25. Impressionano la nobile serenità, la monumentalità dell’opera e l’esecuzione delle pitture. Sull’apice di ogni finestra c’è, o c’era pitturata l’immagine di Cristo, a destra ed a sinistra in medaglioni ed al centro in una mandorla. Sull’altro lato troviamo rappresentazione dei precursori del Sacrificio della S. Messa nel Vecchio Testamento: a sinistra Caino ed Abele con il sacrificio di Abele; a destra il sacrificio di Melchisedc. Nel soffitto medaglioni di Cristo e di santi. Sulle mura 22 figure di angeli, palle e dischi di significato sconosciuto.
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